domenica 25 dicembre 2011

Auguri a tutti di #BuonNatale

Anche questo Natale è arrivato, l'ultimo a stare a sentire i Maya, noti mangiatori di cuori altrui e porta merda.

Non ho fatto un sunto delle persone e degli avvenimenti avvenuti dal natale passato e non ho idea se siano più le cose per cui ringraziare o quelle per cui dolersi.
Di una cosa sono certo, alcune persone mi sono state vicine più di altre quando ne avevo bisogno e a loro in particolare e a tutti voi in generale volevo augurare un Buon Natale, dedicandovi una delle mie canzoni di natale preferite.

domenica 16 ottobre 2011

Un invito inaspettato

Qualche giorno fa mi è arrivata una mail contenente un invito inaspettato.

La mail, inviata dal MozCamp Europe Team, mi comunicava che ero stato invitato dal Mozilla a partecipare al MozCamp Europe 2011 che si terrà a Berlino il mese prossimo.

Di cosa si tratta? Semplificando si parla di un meeting di due giorni che coinvolge tutte le comunità locali, in questo caso europee, per cercare di sincronizzare in maniera costruttiva le varie identità nazionali e queste con quelle mondiali.
Come ho avuto modo di appurare grazie all'invito ricevuto da parte della comunità polacca Aviary.pl , pur occupandoci delle stesse problematiche, queste ultime vengono affrontate in modo totalmente diverso dalle due comunità. "Uniti nelle differenze", dove ho già sentito questa frase?!?

Tornando all'invito al MozCamp, devo dire che sinceramente non me lo aspettavo. Da quando faccio parte più o meno ufficialmente di Mozilla Italia, ho sempre visto l'invito a partecipare ad un MozCamp come il riconoscimento del lavoro svolto da parte di una data persona sia verso la propria comunità locale, sia verso la fondazione.
Pur sentendo di aver svolto più o meno bene i compiti di aiutare gli utenti sul forum italiano, non svolgo certo un ruolo centrale, a differenza dei miei colleghi amici che si occupano della traduzione in italiano dei vari software Mozilla.

Forse in fondo non mi sento di meritarlo. O forse è solo la mia natura di "timido" che mi porta a cercare di svicolare, non lo so. Poi penso che la stessa cosa accadde qualche anno fa, quando iniziai a tradurre le estensioni. Con il mio livello di inglese scolastico, non credevo di essere in grado di farlo; Infatti all'inizio era una correzione continua, poi gli appunti iniziarono a diminuire.
Speriamo accada lo stesso. Anche se quello che fondamentalmente mi manca, è la sicurezza nell'inglese parlato. Non avendo praticamente mai l'occasione di parlarlo, mi manca sia la scioltezza che un po' di vocabolario (che fatica fare le circonlocuzioni).

Oramai il tempo dei dubbi è finito. La partecipazione è stata confermata, il volo pure. Speriamo solo che a Berlino, non si debbano scrivere Postit colorati. :)

Ave atque vale.

PS: Indico qualche raccolta di foto del meeting con i ragazzi di Aviary.pl

giovedì 29 settembre 2011

Comma ammazza-blog: un post a Rete unificata #noleggebavaglio

MI associo all'idea nata su twitter da Claudia Vago (@Tigella) e Salvatore Mammone (@mammonss) di diffondere uno stesso post come segnale di protesta contro il comma 29, cosiddetto ammazza-blog.

Ed ecco a voi cosa ci aspetta.....

Cosa prevede il comma 29 del ddl di riforma delle intercettazioni, sinteticamente definito comma ammazzablog?
Il comma 29 estende l’istituto della rettifica, previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”, e quindi potenzialmente a tutta la rete, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione.

Cosa è la rettifica?
La rettifica è un istituto previsto per i giornali e le televisione, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo strapotere di questi media e bilanciare le posizioni in gioco, in quanto nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie a verità, questi potrebbero avere non poche difficoltà nell’ottenere la “correzione” di quelle notizie. La rettifica, quindi, obbliga i responsabili dei giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni dei soggetti che si ritengono lesi.

Quali sono i termini per la pubblicazione della rettifica, e quali le conseguenze in caso di non pubblicazione?
La norma prevede che la rettifica vada pubblicata entro due giorni dalla richiesta (non dalla ricezione), e la richiesta può essere inviata con qualsiasi mezzo, anche una semplice mail. La pubblicazione deve avvenire con “le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, ma ad essa non possono essere aggiunti commenti. Nel caso di mancata pubblicazione nei termini scatta una sanzione fino a 12.500 euro. Il gestore del sito non può giustificare la mancata pubblicazione sostenendo di essere stato in vacanza o lontano dal blog per più di due giorni, non sono infatti previste esimenti per la mancata pubblicazione, al massimo si potrà impugnare la multa dinanzi ad un giudice dovendo però dimostrare la sussistenza di una situazione sopravvenuta non imputabile al gestore del sito.

Se io scrivo sul mio blog “Tizio è un ladro”, sono soggetto a rettifica anche se ho documentato il fatto, ad esempio con una sentenza di condanna per furto?
La rettifica prevista per i siti informatici è quella della legge sulla stampa, per la quale sono soggetti a rettifica tutte le informazioni, atti, pensieri ed affermazioni ritenute dai soggetti citati nella notizia “lesivi della loro dignità o contrari a verità”. Ciò vuol dire che il giudizio sulla assoggettabilità delle informazioni alla rettifica è esclusivamente demandato alla persona citata nella notizia, è quindi un criterio puramente soggettivo, ed è del tutto indifferente alla veridicità o meno della notizia pubblicata.

Posso chiedere la rettifica per notizie pubblicate da un sito che ritengo palesemente false?

E’ possibile chiedere la rettifica solo per le notizie riguardanti la propria persona, non per fatti riguardanti altri.

Chi è il soggetto obbligato a pubblicare la rettifica?
La rettifica nasce in relazione alla stampa o ai telegiornali, per i quali esiste sempre un direttore responsabile. Per i siti informatici non esiste una figura canonizzata di responsabile, per cui allo stato non è dato sapere chi sarà il soggetto obbligato alla rettifica. Si può ipotizzare che l’obbligo sia a carico del gestore del blog, o più probabilmente che debba stabilirsi caso per caso.

Sono soggetti a rettifica anche i commenti?
Un commento non è tecnicamente un sito informatico, inoltre il commento è opera di un terzo rispetto all’estensore della notizia, per cui sorgerebbe anche il problema della possibilità di comunicare col commentatore. A meno di non voler assoggettare il gestore del sito ad una responsabilità oggettiva relativamente a scritti altrui, probabilmente il commento (e contenuti similari) non dovrebbe essere soggetto a rettifica.

Qui l'articolo completo

domenica 28 agosto 2011

Chi non muore si rivede

Ne è passata di acqua sotto i ponti dal mio ultimo articolo su questo blog.

Quando arriva la stagione calda il sottoscritto si scioglie e la produttività in fatto di scritti cala sino a rasentare lo zero; inoltre quest'anno mi sono iscritto a Twitter e, come potete vedere nell'apposito riquadro, sono abbastanza attivo.
Io non ho idea come facciano alcuni a lavorare, aggiornare Facebook, Twitter, blog, avere una vita reale e rimanere con abbastanza tempo da farci rientrare sette/otto ore di sonno.

Molta acqua sotto i ponti, dicevamo, Ma vedo che, nonostante la pausa per le meritate vacanze, lontano da tutti e senza connettività, l'italia non è cambiata per nulla.

Politici che discutono e si inalberano sul nulla mentre sono in barca a vela, discussioni sul calcio che non parte ma gioca, clienti che sino a ieri erano con le palle a mollo e oggi hanno furia (bel cavallo!); insomma nulla di nuovo dal fronte occidentale.
Nulla però mi toglie dalla mente che si tratti solo di fuffa, solo di espedienti per non far pensare la gente, per distrarre dal succo del discorso come i servizi estivi dei telegiornali. Senza fare complottismo, ma pare che qualcuno mi stia soffiando via le cosa e gli avvenimenti da sotto il naso e non parlo di un fazzoletto.
Sarà il weekend di rimbalzo dopo le ferie o qualcos'altro. Di una cosa solamente sono sicuro.
Oggi mi sento bambino fuori e killer dentro. E' bene che lo sappiate.

Alla prossima.


giovedì 14 luglio 2011

Diritto d'autore online: le risposte di un musicista alle 10 domande della Siae

Qualche tempo fa la Siae ha pubblicato un elenco di dieci domande rivolte a quelli che sono contrari alla delibera dell'AGCOM, senza però fornire uno spazio dove rispondere.

Oggi Massimo Piscopo, pianista e tastierista compositore, spiega su Facebook perché la Società italiana autori ed editori è superata nell'era del Web.

Ecco le risposte, rilasciate sotto licenza Creative Commons su Facebook.

1. Perché il diritto d’autore, che fuori dalla rete è riconosciuto, in rete non deve essere remunerato?

R: La presenza della rete ha cambiato completamente le dinamiche, rendendo obsoleto anche il solo concetto che c'è dietro l'esistenza dell'editoria e della filiera distributiva. Oggi chiunque può autoprodursi musica, libri, film e software, senza bisogno alcuno di avere degli editori alle spalle; la rete mette a disposizione degli strumenti potentissimi che permettono a tutti i nuovi autori non solo di fare a meno dell'industria editoriale e distributiva, ma anche di non andare contro gli utenti stessi, trovando nuovi modelli di business che non siano il chiedere soldi per delle copie, ma piuttosto per offrire le proprie conoscenze ed il proprio talento, facendo contratti di assistenza, di personalizzazioni, di creazioni di opere su misura, facendo concerti o rappresentazioni teatrali, facendo mostre e conferenze, vendendo manoscritti o altre creazioni uniche, piuttosto che semplici copie. Il successo di tanti autori, ma anche di intere aziende, che letteralmente vivono con l'open source, con le licenze cosiddette copyleft, e con i concerti, lo dimostra in modo inequivocabile.

Il diritto d'autore (diritto dell'autore a poter dire "questo l'ho fatto io e non altri") peraltro, dalla stragrande maggioranza del "popolo della rete", è sempre stato riconosciuto. Quello che oggi è contestato da tutti è il copyright ("diritto di copia" e non "diritto d'autore"). Copyright che, peraltro, a differenza del diritto d'autore (che è inalienabile e incedibile), quasi mai è in mano all'autore dell'opera, ma in mano alle corporazioni (SIAE e simili) e agli editori.

2. Perché coloro che criticano il provvedimento AGCOM non criticano anzitutto il furto della proprietà intellettuale? Perché impedire la messa in rete di proprietà intellettuale acquisita illegalmente dovrebbe essere considerata una forma di censura?

R: Rispondiamo alla prima parte.

La copia non è un furto, perché la copia si crea sempre da un originale e sarà l'originale (lavoro unico e non replicabile) a dover essere retribuito da chi dovesse commissionarlo. Pensiamo ad un pittore: sarebbe giusto pagare un pittore per avere una fotocopia di un suo quadro? Naturalmente no: chiunque paga un pittore si aspetta che in cambio gli venga consegnata la tela; è quella ciò che ha comportato il lavoro del pittore, quello su cui ha lavorato, ed è quello che va giustamente retribuito. La fotocopia, viceversa, così come qualunque copia meccanica o elettronica, è un processo meccanico o digitale che non ha comportato sforzo da parte di nessuno (a meno che non sia dimostrato uno sforzo il premere il tasto "start" su una fotocopiatrice). Motivo per cui, una copia meccanica o digitale, che non ha richiesto nessuno sforzo da parte di chi l'ha creata, ha valore pari a zero. Come si può definire furto qualcosa che abbia valore pari a zero? Peraltro non viene sottratto nulla: chi copia, in generale, lo fa col consenso di chi ha pagato quella copia. E a chiarirci ogni dubbio al riguardo è intervenuta la Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza 44840 del 2010, definendo in maniera inequivocabile che «è da escludere la configurabilità del reato di furto nel caso di semplice copiatura non autorizzata di "files" contenuti in un supporto informatico altrui, non comportando tale attività la perdita del possesso della "res" da parte del legittimo detentore» nonché che «i dati e le informazioni non sono compresi nel concetto, pur ampio, di "cosa mobile"» ed anche che «la sottrazione di dati quando non si estenda ai supporti materiali su cui i dati sono impressi altro non è che una "presa di conoscenza" di notizie, ossia un fatto intellettivo, rientrante, se del caso, nella violazione dei segreti». Chi continuasse a sostenere che la copia sia un furto non solo sarebbe un bugiardo ma rischierebbe anche di commettere il reato di diffamazione, andando contro le dichiarazioni espresse dalla Suprema Corte, che ha chiarito in modo inoppugnabile come il furto preveda lo "spossessamento" del bene da parte del detentore, cosa che la copia non comporta assolutamente.

Rispondiamo ora alla seconda parte. Impedire non la messa in rete di opere protette, ma l'accesso alla rete dove possono esserci ANCHE opere protette (perché è questo ciò che vuole fare l'AGCOM), in modo peraltro da scavalcare l'Autorità Giudiziaria, è una forma di censura sic et simpliciter, per il semplicissimo motivo che nel momento in cui venisse impedito l'accesso ad un sito estero come (ad esempio) Megavideo, non verrebbe solo impedito (o comunque complicato) l'accesso alle eventuali opere protette ivi presenti, ma anche a tutto ciò che non è affatto protetto da copyright, quali possono essere i video creati dagli utenti, i video i cui diritti siano scaduti, o i video creati con licenze libere. Quindi un impedimento al sito (che avvenga tramite DNS o blocco IP) impedirebbe, almeno per tutti quegli utenti incapaci di scavalcare il blocco, anche l'accesso a contenuti assolutamente legittimi.

Inoltre, la relazione di Google ad AGCOM ha dimostrato come sul suo popolare portale Youtube almeno il 60% delle violazioni accertate da parte dei detentori dei diritti vengano da questi non solo non cancellate, ma addirittura sfruttate a proprio vantaggio, monetizzando quindi parte dei ricavati pubblicitari per chi visualizza quei video in favore dei detentori dei diritti stessi e non limitando, allo stesso tempo, il concetto di "fair use" che è uno dei pilastri del DMCA statunitense.

3. Perché dovrebbe risultare ingiusto colpire chi illegalmente sfrutta il lavoro degli altri?

R: Perché, com'è stato spiegato sopra, la rete permette nuovi modelli di business, incentrati innanzitutto sul non far pagare agli utenti finali ciò che potrebbe essere finanziato in altre forme, in primis con la pubblicità. SIAE e detentori dei diritti si lamentano che la pirateria sfrutta il loro lavoro, quindi ci guadagna: perché non creano un sistema legale di distribuzione basato esclusivamente sulla pubblicità e non sul far pagare all'utente finale, sullo stile di http://www.film-review.it/filmgratis , sito italiano legale che già sfrutta questo modello di business in favore dei detentori dei diritti ma senza far pagare agli utenti? In questo modo gli utenti non sono costretti a pagare per una copia (che ha costo zero e che quindi sarebbe ridicolo chiedere di pagare) ma i detentori dei diritti continuano a percepire le royalties. Certo, in questo modo la filiera distributiva sparisce, così come sono spariti venditori di ghiaccio, maniscalchi, venditori di olio per lampade, ciabattini, sarcitori e altri lavori che avevano un senso quando nacquero ma che oggi non ce l'hanno più.

4. Perché si ritiene giusto pagare la connessione della rete, che non è mai gratis, ed ingiusto pagare i contenuti? E perché non ci si chiede cosa sarebbe la rete senza i contenuti?

R: SIAE non si è accorta che siamo nel web 2.0. La stragrande maggioranza dei contenuti presenti in rete (blog, portali di condivisione, social network, interi portali del software libero, come sourceforge) sono già gratuiti per gli utenti. Si paga la connessione alla (non "della") rete come si paga l'accesso al telefono, all'energia elettrica o il gas o la benzina. Questo perché stiamo parlando di beni non infiniti: la banda internet non è infinita, ed è il motivo per cui si paga. La corrente elettrica non è infinita, ed è il motivo per cui si paga. Il gas e la benzina non sono infiniti, ed è il motivo per cui si pagano. Viceversa, i contenuti della rete, quelli sì sono infiniti, in quanto nel momento in cui vengono scaricati dalla rete, non vengono affatto sottratti dal "server" che li contiene, ma viene creata una nuova copia in locale. In realtà un costo ce l'hanno anche loro (dovuto all'usura dell'hard disk e alla capienza del supporto) e questo costo l'utente lo paga già nel momento in cui acquista il supporto, peraltro proprio pagando, insieme al supporto, il cosiddetto equo compenso, quindi finanziando gli autori di opere protette da copyright e non, come invece potrebbe essere, finanziando l'utente stesso che su quei supporti ci può mettere le proprie foto, la propria musica, i propri documenti, i propri programmi, i propri filmini delle vacanze. E qui veniamo alla domanda successiva.

5. Perché il diritto all’equo compenso viene strumentalmente, da alcuni, chiamato tassa? Perché non sono chiamate tasse i compensi di medici, ingegneri, avvocati, meccanici, idraulici, ecc.?

R: Perché l'equo compenso è dovuto a prescindere dal motivo per cui si usano quei supporti. Posso non chiamare un idraulico se sono capace di riparare da solo il lavandino. Sono tenuto invece a pagarlo se lo chiamo e se quindi gli occupo tempo, capacità e materiali per mettere queste tre cose (che si racchiudono nella sua persona e nella sua professionalità) a mia disposizione per un certo periodo. Viceversa, l'equo compenso lo paghiamo alla SIAE (e quindi, in primo luogo agli editori, ed in secondo luogo ad alcuni -mica tutti- autori iscritti SIAE) anche se usiamo quei supporti per mettere materiale che con la SIAE e con i suoi iscritti non ha niente a che vedere. Come altrimenti chiamare questo se non "tassa", allo stesso modo di come paghiamo, ad esempio, quell'altra tassa chiamata canone RAI e questo lo facciamo solo per il fatto di avere un apparecchio "atto o adattabile alla ricezione di programmi radiotelevisivi" indipendentemente se guardiamo o meno i canali della RAI?

La legge sul diritto d'autore non permette di scaricare opere coperte da copyright. Per quanto riguarda la copia di sicurezza, tale eccezione è già concessa dalla legge e il diritto d'autore si è già pagato al momento dell'acquisto della "copia originale" (bell'ossimoro), quindi non si capisce per quale motivo si dovrebbe pagare l'equo compenso: cioè devo dare i soldi a Vasco Rossi per mettere sui miei supporti la mia musica (visto che la sua non posso metterla). E perché Vasco Rossi deve prendere soldi dalla mia musica? Cosa ha fatto nella mia musica Vasco Rossi da poter prendere soldi? Visto che si parla tanto di "furti", sarebbe interessante sapere le risposte a questa domanda. Non rispondete, però, che si può avere il rimborso dell'equo compenso: questo è possibile, sì, ma solo per le aziende.

6. Perché Internet, che per molte imprese rappresenta una opportunità di lavoro, per gli autori e gli editori deve rappresentare un pericolo?

R: Lo rappresenta solo per quegli autori incapaci di sfruttarla a proprio vantaggio. Numerosi singoli e gruppi musicali sono su Youtube con un proprio canale ufficiale da cui gli utenti possono ascoltare tutta la musica che vogliono senza dover pagare nulla di tasca loro (gli autori guadagnano grazie ai banner). Quelli hanno imparato a sfruttare la rete. Per quanto riguarda invece gli editori, incapaci di aver sfruttato la rete quando avrebbero potuto, la loro scomparsa sarebbe positiva in quanto favorirebbe gli artisti emergenti che, mancando la promozione di massa fatta dagli editori sui media tradizionali, avrebbero le stesse opportunità di guadagno alla pari coi cosiddetti "grandi autori", lasciando e demandando all'utente finale chi premiare sia con il solo visualizzare/ascoltare le opere attraverso il loro canale ufficiale, sia con il premiare direttamente l'artista andando ai suoi concerti o alle sue rappresentazioni teatrali.

7. Perché nessuno si chiede a tutela di quali interessi si vuole creare questa contrapposizione (che semplicemente non esiste) tra autori e produttori di contenuti e utenti?

R: E chi l'ha detto che nessuno se lo chiede? La contrapposizione attuale è tutta sbilanciata a favore degli editori e non degli autori. Come disse uno dei più famosi cantautori italiani iscritti alla SIAE, Lucio Dalla, in un'intervista a "Report" nel 2001 http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-52fcc1de-37ce-4f9c-961c-a67408c02ee0.html alla domanda "chi comanda in SIAE" risponde: "Mah, in teoria dovendo esprimere, non dare una risposta tecnica, ma dare una risposta utopistica, dovrebbero comandare gli autori. Non è mai stato così."

8. Perché dovremmo essere contro la libertà dei consumatori? Ma quale libertà? Quella di scegliere cosa acquistare ad un prezzo equo o quella di usufruirne gratis (free syndrome) solo perché qualcuno che l’ha “rubata” te la mette a disposizione?

R: La libertà dei consumatori si traduce anche nella libertà di accesso a quelle opere non protette, che la direttiva AGCOM e quella promossa dalla SIAE e dalle associazioni di categoria tende ad oscurare. Il "rubata" lo rimando al mittente visto che si tratta di chi, attraverso la tassa dell'equo compenso, lucra sul Free Software, sul Creative Commons, sulle opere i cui diritti sono scaduti, sulle opere create dagli utenti stessi. Ma ritorniamo ancora sul concetto di copia. Perché si dovrebbe pagare per avere una copia? Perché dev'essere il consumatore a pagare per la copia, quando è possibile che chi voglia guadagnare possa già farlo oggi con altri sistemi (pubblicità) senza dover ricadere sulle tasche del consumatore? Rimando, ancora, alle risposte precedenti.

9. Perché nessuno dice che l’industria della cultura occupa in Italia quasi mezzo milione di lavoratori e le società “over the top” al massimo qualche decina? E perché chi accusa l’industria culturale di essere in grave ritardo sulla offerta legale di contenuti, poi vuole sottrarci quelle risorse necessarie per continuare a lavorare e dare lavoro e per investire sulle nuove tecnologie e sul futuro?

R: Tante industrie impiegano e occupano milioni di italiani, ciò non toglie che molti stiano in cassa integrazione, e che le industrie si stiano spostando all'estero dove la manodopera costa meno. Magari se mettete il naso fuori dagli uffici della SIAE vi accorgete che l'industria in generale, e non certo solo quella dei contenuti, è in piena crisi. Sono le conseguenze della globalizzazione, una globalizzazione che ha fatto comodo (e continua a fare comodo) all'industria stessa allo scopo di minimizzare le spese e massimizzare i profitti. Il lavoratore dell'industria cosa fa? Se ha alte specializzazioni e professionalità, come può essere un tecnico del suono di una sala discografica, non avrà problemi a lavorare quando l'artista, che non avrà più bisogno dell'industria, avrà bisogno di un tecnico del suono per fare il concerto come si deve. Se invece stiamo parlando di una persona addetta al replicatore, che si limita a premere "start" sulla fotocopiatrice, mi dispiace per lui ma il suo lavoro è diventato come il ciabattino e come il venditore di ghiaccio. Non si tratta nemmeno di globalizzazione, si tratta di puro e semplice progresso. L'era dei contenuti digitali ha bisogno di figure come il webmaster, il procacciatore di sponsor, l'amministratore di sistema (sysadmin). Il supporto fisico, e tutto quello che ne consegue, è destinato inevitabilmente alla scomparsa. Questo è cominciato nel momento stesso in cui l'industria è passata al digitale: supporto comodo ed economico, e soprattutto facile da copiare senza spese. Facile per l'industria, ma anche per l'utente. Così non era per il vinile e per la pellicola, dove l'unica pirateria esistente era quella industriale perché non tutti potevano permettersi all'epoca un incisore di vinili in casa. L'arrivo dei masterizzatori, prima CD, poi DVD e oggi anche BD, dovrebbe far capire all'industria che ormai la possibilità di copia, prima loro quasi esclusiva, oggi è in mano agli utenti. All'epoca dei primi videoregistratori, l'industria del cinema americano (la famosa MPAA) fece causa alla Sony. Dopo 6 anni e il fallimento commerciale del progetto Betamax, i tribunali decisero che gli utenti avevano pieno diritto di usare i supporti come meglio volevano. E l'industria cominciò a vendere anche le videocassette preregistrate nonostante molti registrassero da soli i film dalla TV. Oggi il business è internet, e internet è basata sulla gratuità per l'utente e sui banner per far guadagnare i webmaster e i produttori: lo dicono i successi dei siti come Facebook, Twitter, Youtube e lo stesso Google. L'industria si evolva promuovendo un sistema gratuito per l'utente ma che riesca a far guadagnare i produttori. Sarà quello l'unico modo per far abbassare di molto (non eliminare perché sarebbe impossibile) la pirateria. Gli utenti stanno aspettando un sistema simile dal 1999, cioè dall'arrivo di Napster, cioè da quando è stato dimostrato che la rete può funzionare senza doverci investire grosse spese.

10.Perché, secondo alcuni, non abbiamo il diritto di difendere il frutto del nostro lavoro, non possiamo avere pari dignità e dobbiamo continuare a essere “ figli di un Dio minore”?

R: Difendere è molto diverso da pretendere. Se io, che creo musica in Creative Commons, riesco a guadagnare ugualmente scrivendo musica su commissione e suonando dal vivo, non vedo perché altri, che magari percepiscono anche i soldi dall'equo compenso, non dovrebbero riuscire a fare altrettanto. Vuoi sfruttare il frutto del tuo lavoro: giustissimo e sacrosanto. Non attaccare chi ti apprezza, non chiamare "ladro" chi si prodiga per diffondere la tua opera e pubblicizzarti; al contrario, ringrazialo e invitalo ad ascoltarti dal vivo, in modo che tu possa dimostrargli le tue capacità da vicino e non attraverso un autotuner. Dimostra di saper suonare, cantare, recitare, fallo davanti ad un pubblico, e il pubblico apprezzerà e ti farà recensioni positive su internet, e altra gente ti conoscerà e verrà ad apprezzarti. Questo è l'unico modello distributivo accettabile: ogni altro modello, in primis quello basato sul far pagare l'utente finale per avere delle registrazioni e quindi delle copie dell'opera (che è unica e irripetibile e si esaurisce nel momento in cui hai finito di suonare), è, ripeto, destinato al fallimento. Lo stesso dicasi per attori e registi: dimostrate di saperci fare, andate nei teatri. Attori esperti, come il grande Eduardo de Filippo, o Massimo Troisi, ma oggi potremmo dire Massimo Ranieri, Luca de Filippo, Vincenzo Salemme (scusate se cito solo napoletani ma ovviamente il discorso è mondiale), sono innanzitutto attori di teatro (e che attori). Questo avrà anche un piacevole effetto collaterale: sarà la fine di quegli attorucoli da strapazzo, magari usciti da qualche reality, che per girare una scena la ripetono 30 volte. Se sbagli così spesso a teatro, nessuno verrebbe più a vederti. Conosco attori di compagnie amatoriali che darebbero molto filo da torcere a certi attori di cinema ben più famosi di loro. In teatro si premia il talento e la capacità, più che una bella presenza. E scusate se preferisco talento e capacità alla bella faccia di qualcuno che però artisticamente non vale niente.

(Potete condividere questo testo citando la fonte e riportando il link originale:
Massimo Piscopo su Facebook)

mercoledì 6 luglio 2011

Artisti per la censura...

Quando andrete a vedere, ascoltare uno dei figuri sottoelencato, sappiate che hanno firmata l'appello della Siae in favore dell'Agcom

Luigi Albertelli, Valentina Amurri, Flavio Andreini, Claudio Baglioni, Walter Bassani, Dodi Battaglia, Pippo Baudo, Gianni Belleno, Marco Betta, Giancarlo Bigazzi, Gaetano Blandini, Fred Bongusto, Alvise Borghi, Linda Brunetta Caprini, Red Canzian, Albano Carrisi, Caterina Caselli, Corrado Castellari, Franco Cerri, Massimo Cinque, Stelvio Cipriani, Carmen Consoli, Paolo Conte, Diego Cugia di Sant’Orsola, Gaetano Curreri, Lucio Dalla, Damiano Dattoli, Gigi d’Alessio, Riccardo del Turco, Tullio de Piscopo, Vittorio de Scalzi, Eugenio del Sarto, Nico di Palo, Riccardo Di Stefano, Pino Donaggio, Francesco Facchinetti, Roby Facchinetti, Marco Falagiani, Dario Farina, Lorenzo Ferrero, Carlo Galante, Pietro Galeotti, Dori Ghezzi, Ricky Gianco, Enrico Intra, Andrea lovecchio, Carmelo Labionda, Mario Lavezzi, Fausto Leali, Paolo Limiti, Andrea Marchi, Gino Mescoli, Franco Micalizzi, Franco Migliacci, Cristiano Minellono, Amedeo Minghi, Michele Mirabella, Mogol, Claudia Mori, Ennio Morricone, Valerio Negrini, Gino Paoli, Renato Pareti, Carlo Pedini, Nicola Piovani, Marco Posani, Biagio Proietti, Oscar Prudente, Memo Remigi, Enrico Riccardi, Gian Luigi Rondi, Enrico Ruggeri, Luca Scordino, Renato Sellani, Mario Stella Richter, Antonello Venditti, Beppe Vessicchio, Edoardo Vianello, ACEP, AFI, ANAC, ANART, ANPAD, FIPI, SNS, SLSI, UIL-UNSA, UNCLA, UNEMIA, Coreografi Italiani, Flavia Tolnay, D’Arborio Sirovich Paola, Sugarmusic Spa, Canzoni Moderne Ca-Mo Srl, Mascheroni Edizioni Musicali, Sugar Srl, Melodi Srl Casa Editrice, Sugar Srl, Edizioni Musicali Mario Aromando Srl, Clan Srl, Intermedios Music Srl, Interdemos Music Srl, Interdemos Music Srl, Edizioni Musicali Ivana Srl, La Cicala Casa Editrice Musicale Srl, Resolute Casa Editrice, Revelation Music Italy Srl, Edizioni World Music Srl, CAM Srl, Edizioni World Music Srl, Galletti Boston, Heinz Music Srl, Sony Music Pub., Sonzogno Casa, Sonzogno Casa, Sonzogno Casa, Emi Music Publishing Italia Srl, EMi Songs Ed. Mus.Srl, Emi General Music Srl, Emi Catalogue Partnership Italy Srl, Emi Virgin Music Publ. Italy Srl, Di Più Srl, Concertone Srl, Accordo Edizioni Musicali Srl, Asso Edizioni Musicali Srl, Canzoni Italiane, Carosello C.E.M.E.D. Srl, Cervino Edizioni Musicali Srl, D'Anzi Editori Srl, Eaton Music Italy Srl, Edizioni Curci Srl, Franchi C.Casa Editrice Musicale Srl, Investigation Music Srl, Italcanto Srl, Music Union Srl, NISA Srl, Number Two Edizioni Musicali Srl, Orchestral Music Edizioni Srl, RTV Edizioni Musicali Srl, Senso Unico SNC, Star Srl Edizioni Musicali, Universal Music Italia Srl, Universal MCA Music It, Universal Music Publ. Ricordi Srl, Carisch Edizioni Chappel Srl, Warner Bros Music Italy Srl, Warner Chappell Music Italiana Srl, Fonit Cetra Mp Srl, Edizioni Caramba, Lunapark Srl, Abramo Allione Edizioni Musicali Srl, Peermusic Italy Srl, Edizioni Leonardi Srl, Edizioni Musicali Redi Srl, Fonos Edizioni Musicali Srl, Edizioni Musicali Montecarlo Srl, Edizioni Musicali Astra Srl, Edizioni Impala Srl, Telecine Italia Edizioni Musicali Srl, Linea Due Edizioni Musicali, E2 Srl, Media Records, Music Market, Camaleonte, Ala Bianca, Sym Music, Fairwood Music, Brioche Music, Energy, Do It Yourself, Pielle, NAR, The Saifam Group.

mercoledì 15 giugno 2011

Caro Brunetta...

... SI DIMETTA!!!

Segnalo anche che è in atto una petizione per richiede la sua sfiducia effettuata da Lettera Viola.





venerdì 10 giugno 2011

Votare oh oh

Roy Paci, accompagnato dagli Aretuska, presta la voce, la tromba e il quartetto alla canzone "Votare", magistrale reinterpretazione jazz dell'intramontabile "Nel blu dipinto di blu".



A Lunedì per, speriamo, buone notizie.

giovedì 9 giugno 2011

Referendum, spot satirico di Corrado Guzzanti

domenica 5 giugno 2011

Ti ricordi di andare a votare?

Tra una settimana gli italiani verranno chiamati alle urne per esprimere il loro parere. I quesiti in campo sono quattro; due riguardano la privatizzazione dell'acqua, uno il nucleare e l'ultimo il legittimo impedimento.

Il fatto fondamentale è che non è importante dove apporrete la croce ma andare a votare.

"Ma a me non interessa nessuno dei problemi in campo!", qualcuno potrebbe pensare. Liberissimi di pensarla così, ma volete far partecipi della vostra convinzione gli altri? Basta annullare la scheda oppure non apporvi nessun segno. A volte ci sono persone che sostano in cabina elettorale per un tempo incredibile. Una volta una ragazza c'è stata più di dieci minuti, tanto che ci domandavamo se non fosse il caso di vedere se si fosse sentita male... Guarda caso c'erano delle schede nulle con un poema scritto sopra.. E' sempre bello leggere "A Silvia" durante lo spoglio.

Far sentire la propria voce è sempre importante. Con un referendum l'Italia è diventata una Repubblica. Il referendum è l'unica occasione in cui l'elettorato può esprimere il proprio parere. Io vorrei vedere gli Italiani andare a votare coscienti che sono loro che devono prendere in mano le loro vite e non farsi imporre delle decisioni dall'alto. Altrimenti tanto varrebbe tornare al Plebiscito dove i votanti erano limitati dal censo, o dall'appartenenza a una classe o non avevano la garanzia del segreto del voto.

Mi raccomando ricordati di andare a votare. Per il Referendum, per l'elezione dei parlamentari, per l'elezione del Sindaco...... Perché l'importante non è vincere, ma partecipare.


giovedì 26 maggio 2011

Rendi il tuo Blog "Carbon neutral"

Nella vita moderna ci si preoccupa sempre più spesso di minimizzare il consumo di energia elettrica delle proprie abitazioni e dei luoghi di lavoro perché ci si rende conto che è necessario diminuire la propria impronta ecologica.

Andiamo a lavoro a piedi o in bicicletta, acquistiamo prodotti a chilometri zero, sostituiamo gli infissi e i sistemi di riscaldamento/condizionamento con altri a maggiore efficienza. Tutte belle cose ovviamente; peccato che venga lasciata indietro una buona parte della nostra vita moderna: il blog!

Confesso che sino a oggi non avevo mai pensato al fatto che, solo perché qualcuno visita una pagina di un nostro blog, viene consumata una certa quantità di energia con una conseguente produzione di CO2. Questo porta a un aumento dell'effetto serra e ci avvicina al punto di non ritorno.

Adesso possiamo ridurre l'impatto del nostro blog grazie al progetto CO2 Neutral. In parole semplici, è stato calcolato che un sito web produce circa 0,02 grammi di CO2 per ogni pagina visitata. Calcolando 15.000 visite al mese in un anno un sito web produce 3,6 Kg di anidride carbonica. Nello stesso lasso di tempo un solo albero ne assorbe sino a 10 Kg.

E quindi, vi domanderete? Per ogni articolo che segnali il progetto CO2 Neutral, verrà piantato un albero in una zona della Sassonia. Peccato non sia più vicina ai luoghi dove risiediamo, ma meglio un albero in più sulla vecchia palla, che rimanere senza far nulla.

In Italia ci sarebbe una legge del 1992 che impone a ogni comune di piantare un albero quando un nuovo bambino viene registrato all'anagrafe. Mi sapete dire quando è stato piantato l'ultimo albero nella vostra città?

Con questo post e con l'aggiunta del bottone del progetto nella barra laterale, spero di aver dato una piccola spinta al progetto. Cosa aspettate a dare la vostra?

mercoledì 25 maggio 2011

DON'T PANIC

L'asciugamano, dice, è forse l'oggetto più utile che l'autostoppista galattico possa avere. In parte perché è una cosa pratica - ve lo potete avvolgere attorno perché vi tenga caldo quando vi apprestate ad attraversare i freddi satelliti di Jaglan Beta; potete sdraiarvici sopra quando vi trovate sulle spiagge dalla brillante sabbia di marmo di Santraginus V a inalare gli inebrianti vapori del suo mare; ci potete dormire sotto sul mondo deserto di Kakrafoon, con le sue stelle che splendono rossastre; potete usarlo come vela di una mini-zattera allorché vi accingete a seguire il lento corso del pigro fiume Falena; potete bagnarlo per usarlo in un combattimento corpo a corpo; potete avvolgervelo intorno alla testa per allontanare i vapori nocivi o per evitare lo sguardo della vorace Bestia Bugblatta di Traal (un animale abominevolmente stupido, che pensa che se voi non lo vedete, nemmeno lui possa vedere voi: è matto da legare, ma molto, molto vorace); inoltre potete usare il vostro asciugamano per fare segnalazioni in caso di emergenza e, se è ancora abbastanza pulito, per asciugarvi, naturalmente.

Ma soprattutto, l'asciugamano ha una immensa utilità psicologica. Per una qualche ragione, se un figo (figo = non-autostoppista) scopre che se un autostoppista ha con sé l'asciugamano, riterrà automaticamente che abbia con sé anche lo spazzolino da denti, la spugnetta per il viso, il sapone, la scatola di biscotti, la borraccia, la bussola, la carta geografica, il gomitolo di spago, lo spray contro le zanzare, l'equipaggiamento da pioggia, la tuta spaziale, ecc. ecc. E quindi il figo molto volentieri si sentirà disposto a prestare all'autostoppista qualunque articolo di quelli menzionati (o una decina di altri non menzionati) che l'autostoppista eventualmente abbia perso. Il figo infatti pensa che un uomo che abbia girato in lungo e in largo per la galassia in autostop, adattandosi a percorrerne i meandri nelle più disagevoli condizioni e a lottare contro terribili ostacoli vincendoli, e che dimostri alla fine di sapere dov'è il suo asciugamano, sia chiaramente un uomo degno di considerazione.

Douglas Adams: Guida Galattica per gli Autostoppisti


Towel Day - Non fatevi prendere dal Panico

lunedì 23 maggio 2011

Cronache della Terra Futura - Day 3 e Conclusioni

Questi avrebbero dovuto essere due differenti post, ma la stanchezza di ieri sera non mi ha permesso di fare altro che andare a letto.

La giornata inizia con una levataccia per prendere il treno, che a dispetto dello sciopero delle ferrovie, su cui mi riservo di disquisire nei prossimi giorni, e del fatto che la domenica non ci siano treni regionali garantiti, era in tabellone; peccato viaggiasse con 75 minuti di ritardo su meno di 60 di percorrenza.
Decido quindi di andare alla mostra in automobile.

Complice il suddetto sciopero, la giornata calda che invitava ad andare al mare, non si vedono moltissimi visitatori; alcuni di questi si limitano a prendere qualche adesivo e a scappare senza neppure rivolgersi uno sguardo, una parola.

Pure il bar accanto a noi accusa la stanchezza e rompe le tubature; un piccolo lago si forma ma nessuno rischia di farsi male. Le uniche note di colore sono le vicende del #BancoInformazioni che prontamente rimbalzano nell'etere!

A metò pomeriggio arriva il turno di Iacopo e del suo talk sull'Open Web. Alcuni spunti interessanti portano il pubblico a interloquire con il relatore; purtroppo il tempo è stato tiranno e abbiamo dovuto chiudere prima del dovuto.

Arriva la sera e molti dei componenti si ritirano verso casa, solo due prodi restano a guardia del fortino incuranti della fatica che li aspetta: inserire il fantastico cartonato (1) nella macchina del sottoscritto.

Ad ogni modo riusciamo nell'intento e mi avvio verso casa dopo aver accompagnato Simone all'albergo (la prossima volta prendo di ferie anche il lunedì), giusto in tempo per invidiare i colleghi andati via prima che si sparano un enorme piatto di spaghetti alla carbonara per riprendersi dalla fatica.

In ultima analisi, tralasciando il fatto di rincontrarsi tra di noi, le risate a cena con Luca Conti e la gentilezza, simpatia e disponibilità dei ragazzi e della responsabile di Libera Informatica che abbiamo avuto come vicini di banco, non resta molto da salvare di questa partecipazione.

Peccato perché l'anno passato era stata un'esperienza diversa e con un maggiore feedback da parte dei visitatori. Speriamo che la prossima volta nessuno ci metta lo zampino.

Concludo con un saluto a tutti i nuovi amici che ci siamo fatti e ai vecchi che abbiamo incontrato di nuovo, A presto!

1) Foto del cartonato di Gioxx

sabato 21 maggio 2011

Cronache dalla Terra Futura - Day 2

Secondo giorno di Terra Futura, molti più visitatori anche se mi pare che la fiera sia meno visitata dell'anno passato.

In ogni caso abbiamo incontrato il fan numero uno di Firefox in Italia, un ragazzetto che da Napoli è arrivato a Firenze solo per conoscere gli esseri di Mozilla Italia.

Ci ha fatto vedere il filmato del suo compleanno: torta con il logo di Firefox più bella di quella del Mozilla Party a Firenze e come gadget per gli invitati un cd con presentazione di Firefox e collegamento per il download del pacchetto di Installazione.

Un unico pensiero: Sei un grande! E' per utenti come te che passiamo tanto tempo a supportare decine e decine di utenti in difficoltà. Grazie

venerdì 20 maggio 2011

Cronache dalla Terra Futura - Day 1

Primo giorno di partecipazione a Terra Futura dove, pure quest'anno Mozilla Italia partecipa numerosa.

Oggi è stata una giornata un po' fiacca; complice un temporale pomeridiano non si è vista molta gente....

C'è chi, in ogni caso, non si è disperato..... :)

mercoledì 18 maggio 2011

Bisogna innamorarsi...

Bisogna innamorarsi quando si è pronti, non quando si è soli.

domenica 24 aprile 2011

Hanno cancellato le uova di Pasqua

Il Politically correct ha colpito ancora.

Negli Stati uniti e precisamente a Seattle, a una ragazza è stato permesso di portare a scuola degli ovetti di plastica pieni di dolciumi solo se avesse rinunciato a chiamarli Uova di Pasqua e li avesse descritti come Sfere di Primavera.

Pare che i bambini non abbiano considerato la cosa.

When I took them out of the bag, the teacher said, ‘Oh look, spring spheres’ and all the kids were like ‘Wow, Easter eggs.

Cosa dire? Vorrà dire che la colomba la chiameremo Panettone di Primavera!

Vado a mangiare le mie Sfere di Primavera Uova di Pasqua.

Tanti auguri a tutti voi!

giovedì 14 aprile 2011

Un ricordo dello Zio

Era qualche tempo che non pensavo a mio zio. Una frase che ho sentito oggi me lo ha ricordato. Oramai sono dieci anni che è passato si spera a una vita migliore.

Nei miei anni infantili, tenendo conto che mio padre era fuori tutto il giorno per lavoro e che a quei tempi, nell'intero isolato c'erano solo casa nostra, casa dei miei nonni e il sugherificio dove lavorava sia mio nonno che mio zio, capitava che passassi buona parte della giornata a dare noia a loro e agli operai.

Per molte cose, a posteriori, era simile al sottoscritto. Riservato, taciturno anche se sapeva sciogliersi quando si trovava in buona compagnia, pronto ad accendersi per un nonnulla e pronto a cadere lancia in resta piuttosto che rinunciare ai suoi principi e alle sue idee.

Verso i quindici anni passavo buona parte del pomeriggio ad aiutarlo nella sua nuova attività: un liquorificio. Mi piaceva mettere le bottiglie vuote sulla pedana che le portava via per farle uscire pronte alla vendita dall'altra parte.

Aveva l'abitudine di chiamarmi non per nome ma con l'appellativo di Artista, non perché fossi bravo a disegno o altro. Credo fosse un modo per mettere in risalto che una ne facevo e cento ne pensavo.

Era un po' piromane come il sottoscritto. Gli piaceva accendere un fuoco nel camino e passare delle ore a guardarlo; chissà cosa ci vedeva... Aveva recuperato una vecchia stufa con tanto di canna fumaria a forma di termosifone e lo aveva montato nel suo ufficio nella fabbrica e la teneva accesa dalla mattina alla sera.

Non sono più il bambino che ero, ma il suo modo di sembrare burbero e non esserlo mi è rimasto dentro.

Ciao Zio, spero tu stia bene.

lunedì 11 aprile 2011

Cose che avresti voluto da bambino...

Da bambino non ricordo cosa volessi.

Di certo non un fratellino o una sorellina, un cane (c'era il buon Ringo) oppure un gioco elettronico...

Mi ricordo che passavo i pomeriggi, dopo aver finito i compiti a far svolgere infinite battaglie ai miei soldatini che dovevano essere esclusivamente AirFix oppure Atlantic.

C'è chi invece voleva un cane e un camminatore imperiale AT-AT della Kenner. E da grande c'è riuscito....

AT-AT day afternoon from Patrick Boivin on Vimeo.

domenica 10 aprile 2011

alone again

sabato 2 aprile 2011

Quanti ricordi...

... a volte mi sento vecchio!

mercoledì 30 marzo 2011

Ti penso sempre....

martedì 22 marzo 2011

Firefox 4 è finalmente disponibile!

Mozilla ha rilasciato la versione finale di Firefox 4, dopo 12 beta e 2 release candidate. Firefox 4 è il risultato di un complesso lavoro di sviluppo e risoluzione dei problemi che l’utenza ha segnalato nel corso di questi mesi, un browser nuovo, più veloce, più stabile, che intende mantenere le promesse fatte a fronte dei suggerimenti e delle necessità sempre più particolari, avanzate da chi il web lo vive per mestiere o per pura passione.

Tutto ciò che è stato fatto è riportato nelle note di versione (in inglese). Riassumiamo comunque qui di seguito le principali novità di questa release.

Continua a leggere su Mozilla Italia

martedì 15 marzo 2011

Dove sei?

martedì 1 febbraio 2011

The Arcore's nights

L'ultimo successo di Apicella?

martedì 18 gennaio 2011

Campagna TV Forum Nucleare Italiano

A seguito della conclamata irragionevolezza mediatica dello spot della Campagna TV del Forum Nucleare Italiano che stanno inoculando prima, durante e dopo i pasti, soWWWersiva_Mente ha deciso di riequilibrare appena un po' il dibattito attraverso un contro-spot.

mercoledì 5 gennaio 2011

Il ritorno del Nano ghiacciato

Chi come il sottoscritto segue il basket dagli anni 80 non può non aver memoria delle scarpette rosse con in campo Meneghin, D'Antoni, McAdoo e guidati in panchina dal piccolo grande uomo di Evanston, Dan Peterson.

Ritiratosi dalla carriera di allenatore da 23 anni, ieri è stato nominato allenatore della squadra di basket dell'Olimpia di Milano. Il suo ritorno, molto importante a livello mediatico, ha forse una valenza anche sportiva. Il basket è cambiato molto dalla sua ultima apparizione in panchina e probabilmente non sarà che una figura di passaggio tra il vecchio e il nuovo allenatore, ma non si deve dimenticare che stiamo parlando di una persona che ha fatto dell'arte della motivazione e dell'ottimizzazione delle componenti umane nelle azienda una sua terza professione dopo quella di commentatore televisivo.

Probabilmente Milano non migliorerà tanto da portare un nuovo trofeo nella propria bacheca, ma per certo la presenza del Nano Ghiacciato riavvicinerà i tifosi di basket meneghini alla loro squadra e renderà lucidi gli occhi a coloro che non apprezzano il basket moderno fatto di monocordi attacchi e giocatori che sono solo il pallido ricordo di quelli che calcavano i parquet degli anni passati.

Qualcuno potrebbe argomentare che a 75 (avete letto bene, settantacinque) anni uno dovrebbe stare a casa in pantofole o all'ospizio dei vecchi, ma Dan è lucido come ai tempi delle vittorie in Coppa dei Campioni e non mancano esempi di allenatori molto esperti che fanno bene. Perché l'esperienza è come l'altezza: non si insegna.

Se da oggi l'Olimpia è un po' meno antipatica, è merito suo, del piccolo Dan per me, Numero Uno!

martedì 4 gennaio 2011

E la cialda dove la metto?

Passato agli archivi l'anno funesto, iniziamo con nuovo (speriamo) piglio il nuovo anno!

Durante queste festività mi è capitato di andare in un centro commerciale a informarmi in merito all'acquisto di una macchina per fare il caffè.
"Certo signore, venga che le faccio vedere gli ultimi modelli", questo è l'incipit della commessa.

Già solo per il fatto di avermi chiamato con l'appellativo signore, meriterebbe di essere fustigata sulla pubblica piazza. Signore sarà mio padre; a sottoscritto al massimo possono darmi del lei, ma soprassediamo.

I modelli che mi sono stati presentati prevedono tutti l'utilizzo di confezioni monodose rigorosamente in plastica.

Alla mia domanda se tali contenitori fossero o meno riciclabili indirettamente (nel contenitore delle confezioni in plastica) o direttamente (biodegradabili e quindi da porre nell'umido), la ragazza non era più tanto sicura di sé.

"Ma, dipende, dal comune di residenza, dall'azienda di raccolta, ma nell'umido non credo?!?" A parte il fatto che dovresti sapere almeno a sommi capi le caratteristiche di quello che vendi, la risposta è che, tranne alcuni esempi di macchina che accetta le cialde in tessuto e che quindi vanno nell'umido, tutto il resto non si può riciclare neppure nel contenitore della plastica, ma solo nella indivisa. Almeno è quello che mi hanno risposto dopo aver contattato l'ufficio relazioni con il pubblico del mio comune.

In realtà dovrebbero essere smaltite nel cassonetto della plastica, ma così come per i piatti e bicchieri di plastica, non possono essere afferite insieme agli altri contenitori perché non i produttori non pagano il contributo Conai perché NON SONO IMBALLAGGI!

Certo, il caffè è sparso per la confezione di cartone che le racchiude ed è il sottoscritto che assembla il tutto!

Alla fine ho rinunciato per il momento in attesa che o i produttori permettano di utilizzare contenitori biodegradabili, oppure possano essere riciclate con gli altri materiali plastici. Va bene la comodità, ma a parte il costo diretto (il prezzo della cialda) c'è da considerare anche quello indiretto (la tassa sulla spazzatura) e quello ambientale (la cialda finisce dritta in discarica)!

Vengano Signori, vengano a prendere una tazzina di caffè!

sabato 1 gennaio 2011

Addio anno non bisesto ma funesto

E finalmente questo anno schifoso ce lo siamo levati di torno!

Speriamo che il 2011 sia MOLTO meglio del precedente.