lunedì 2 agosto 2010

Potevo essere anche io su quella lapide

Certe volte la vita continua o si spegne per un caso, per una coincidenza o, per chi crede, per il disegno di Dio. Non parlo volentieri di questi fatti, ma oggi, data la ricorrenza farò uno sforzo.

Quel 2 Agosto del 1980 ci dovevo essere anche io a Bologna, in transito da Firenze a Piacenza per andare in montagna dai nonni del mio migliore amico. Avevo già la prenotazione del posto in mano, comperata la settimana prima da mio padre. Avrei viaggiato da solo sul treno per la prima volta e due famiglie si erano accordate in una staffetta di consegna ritiro neanche fossi stato un pacco postale.

Senza avviso, mio padre ebbe due giorni liberi e decise di accompagnarmi in macchina. E' merito di questa concatenazione di eventi, se riuscite a leggere queste mie elucubrazioni. Dal momento che sarei partito da Firenze la mattina presto (8:30/9:00) sarei stato a Bologna proprio in quegli istanti che hanno spezzato la vita a tante persone, e non mi riferisco solo a chi è morto.

Dopo tanti anni non sappiamo ancora chi pensò, organizzò ed eseguì uno dei più efferati attentati della storia italiana. Tra depistaggi, processi pilotati, indagini che portano ora da una parte, ora dall'altra, tutta Bologna e l'Italia onesta con lei, non dimentica quelle persone, vittime di una società che non rispetta chi non è colluso, non è un attore o una starlet. Infatti lo stato (volutamente in minuscolo) sarà rappresentato solo dal Prefetto, perché qualcuno ha paura di farsi gettare in faccia la realtà: che c'è qualcuno che non si fermerà sino a che la verità non verrà rivelata.

Queste poche, forse inutili righe sono dedicate alla memoria di coloro che, in una giornata di inizio ferie, videro la loro vita dilaniata dall'esplosione di una bomba.

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